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L’ex difensore dei galletti: "La campagna acquisti è stata inadeguata. Marino dovrà lavorare molto sul lato della fiducia"
Proprio nelle scorse ore il Bari ha presentato ufficialmente il nuovo tecnico Pasquale Marino, che prende il posto di Michele Mignani, esonerato lunedì pomeriggio dopo il pareggio di sabato in casa della Reggiana. La squadra è ora dodicesima in classifica con 10 punti, frutto di 1 vittoria, 7 pareggi e 1 sconfitta.
Sportitalia.com ha intervistato in esclusiva Lorenzo Amoruso, ex difensore e tra le fila dei galletti dal 1988 al 1991 e poi dal 1993 al 1995. Tuttora è legatissimo alla piazza, essendo altresì nativo del capoluogo pugliese.
Così esordisce: "Purtroppo quella sera contro il Cagliari in finale playoff si pensava che il Bari ce l’avrebbe fatta, anzi ormai era fatta. Poi, dopo quella serataccia, qualche giocatore ha deciso di andare via e in estate è stata operata, ma come anche dichiarato pubblicamente dagli stessi dirigenti, una campagna acquisti per puntare ai playoff. Infine si è arrivati all'esonero di Mignani, che è stato il capro espiatorio".
Quanto si sente l'assenza dei vari Caprile e Cheddira?
"I problemi attuali sono dovuti anche al poco senso di appartenenza. Mi spiego meglio: la maggior parte dei nuovi giocatori sono arrivati in prestito e molti verso la fine della preparazione estiva. Poi certo, paga sempre l’allenatore, ma non ho visto i giocatori dannarsi l’anima per il Bari. E inoltre, la campagna acquisti è stata inadeguata. Va benissimo puntare sui giovani, ma se vuoi fare il salto serve anche gente esperta. Lo dico con il massimo rispetto per la proprietà del club".
Crede che si sentano ancora le scorie di quella serata contro il Cagliari? Da quel momento il Bari non ha più vinto in casa.
"Non penso proprio le cose siano collegate. Se vai a vedere il trend completo, anche l’anno scorso il Bari ha fatto molta più fatica al San Nicola che in trasferta. Potrebbe essere anche un problema di mentalità, del sentire la pressione dei 40mila spettatori. Ma è appunto un discorso più generale".
Ora su cosa dovrà lavorare di più Marino?
"Sul lato della fiducia. La squadra la vedo spenta, manca l’entusiasmo di altre squadre come Venezia e Parma. Marino è un allenatore esperto e che conosce molto bene la categoria".
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