02/04/16 - De Rosa al ‘Calcio che ci piace’: “Bari, ora la svolta è possibile. Potrei tornare nel mondo del calcio”

Torna a farsi sentire nel programma condotto e ideato da Marcello Macino uno dei calciatori più importanti ed apprezzati della storia recente del Bari. Si tratta dell’ex difensore Gaetano De Rosa, autore di ben 212 presenze e 12 reti in sette stagioni coi biancorossi (dal 1997 al 2004). Tanti i momenti di gioia - soprattutto quelli legati ai primi quattro anni Serie A - ma significativi sono anche quelli deludenti (come la retrocessione in C1 sul campo avvenuta nel 2003/04).
Ora, però, è tutta un’altra storia: i galletti sono infatti reduci da tre vittorie consecutive ed inseguono un terzo posto che sino a poco tempo fa pareva irraggiungibile: “Sicuramente è stata una stagione sin qui molto intensa – dichiara l’ex difensore - dove il Bari non ha dimostrato di avere la maturità per imporsi fin dall’inizio. Ci sono state tantissime situazioni altalenanti, tanti cambiamenti. Ora però il Bari è reduce da tre importanti vittorie che l’hanno rilanciato in ottica playoff e sembra essere pronto per questo rush finale. La ricerca alla solidità rimane sempre aperta. Il dato più entusiasmante di tutto, comunque, è vedere come la città si sia nuovamente entusiasmata per questi colori, facendo sentire il proprio calore ed apporto alla squadra per consentirle di tornare nella categoria che gli spetta, cioè la Serie A”.
L’ex numero 4 biancorosso attualmente non ricopre incarichi nel mondo del calcio. Ma ancora viva, nonostante tutto, è la volontà di ritornarvi quanto prima: “In questo momento avevo voglia di mettermi in gioco per occuparmi di altro – spiega - dedicandomi ad altri aspetti della mia vita che in passato ho trascurato, come la famiglia. Sto però pensando di ritornare nell’ambiente calcistico, per cercare di ridare alla vita un senso di riconoscenza e restituirlo nella stessa maniera con cui ho ricevuto soddisfazioni personali”.
E’ possibile, infine, individuare nuovi Da Rosa in questo Bari? Ecco la sua riposta: “Non mi piace fare questi paragoni, ogni giocatore ha delle sue caratteristiche. Posso però dire che ci sono dei difensori che stanno crescendo ed imparando davvero tanto. Sicuramente potranno essere determinanti in questa fase del campionato, anche se bisogna ricordare che bisogna difendere sempre in undici: è un valore importante, un marchio di fabbrica di grandi squadre come la Juventus, ma anche tante altre. Deve essere, insomma, una prerogativa di ogni squadra. Con una difesa solida, peraltro, si è vinto anche un mondiale. Io ai miei tempi goleador? Si (sorride, ndr) avevo sempre un po’ il vizietto del gol, riuscivo a dare un contributo notevole rispetto ad altri che, magari, erano meno prolifici in fase offensiva”.



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