GdS - Marfella: "Bari simile a Napoli. A me il 40% dei meriti. Di Cesare il più deciso. Io non alto? Anche Gillet"

"Bari è molto simile alla mia Napoli. Mi piace la passione, l’affetto della gente. Te lo fanno sentire, anche per strada". Davide Marfella promuove la sua esperienza in biancorosso. In un'intervista a La Gazzetta dello Sport parla del suo legame con la piazza: "Cucina? Due piatti: la parmigiana e riso, patate e cozze. Mi piace tutta la cucina barese. Quanti meriti mi assegno sui pochi gol subiti? Il 40%. Il restante 60% è giusto riconoscerlo ai miei compagni di reparto, nonché agli attaccanti che fanno un gran lavoro. Certo, è più facile quando hai davanti 3 mostri sacri come Di Cesare, Mattera e Cacioli. Mi aiutano a crescere. Il più deciso? Di Cesare",

Marfella è schietto, anche quando sbaglia... "L’autocritica non mi manca. Per esempio, il gol subìto a Rotonda su punizione mi è rimasto sul groppone. Ho fatto un passo prima, ho sbagliato. Anche contro il Roccella non mi sono piaciuto".

Non è alto, ma è ben accompagnato... "Ad alti livelli si preferiscono i portieri molto alti, perché possono farsi valere sulle palle inattive. In assoluto, la ritengo una sciocchezza. Non mi sento penalizzato dai miei 182 centimetri. Anche Cragno non è un gigante, ma sta facendo bene. Nè dimentico Peruzzi, uno dei miei idoli, e Gillet, protagonista col Bari in A".

Sul futuro... "Sto bene a Bari, penso a vincere il campionato. Da napoletano, però, è normale che sogni di difendere la porta degli azzurri. Quanto? Naturalmente 100. Ma so che è difficile".

Non ha fatto sempre il portiere Davide Marfella. L'estremo difensore biancorosso lo racconta nell'intervista rilasciata oggi a La Gazzetta dello Sport: "Ho cominciato da difensore nella Puteolana. Un giorno non venne il nostro portiere e… la mia storia è cambiata. Il preparatore dei portieri, Marco Giglio, mi convinse a continuare tra i pali".


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