20/02/16 - Paura di lottare, paura di vincere. Bari senz'anima, dov'è il tuo leader?

Un pari inaspettato, o forse no? Nessuno avrebbe mai immaginato un Bari così in difficoltà nell'imminente pre-Latina. Un'altra chance gettata alle ortiche per accorciare in classifica, un altro snodo cruciale del campionato che sa di sentenza.  

ALLARME - Questo Bari ha paura. Paura di se stesso, paura di sbagliare. I tifosi sono preoccupati, e fanno bene ad esserlo. I pronostici di inizio stagione sono stati fatalmente sovvertiti. La squadra potrà ancora giocarsela, senza dubbio. Ne ha le capacità, o meglio, possiede nel proprio bagaglio talune potenzialità ma purtroppo non sembra che queste possano tramutarsi in sostanza nel breve periodo. La prova la si è avuta nel confusionario secondo tempo con il Latina. Era giunto il momento di spingere il piede sull'acceleratore, di mettere il proprio avversario alle corde, specie dopo una prima frazione di partita dominata. Invece gran parte degli undici sono rimasti inspiegabilmente negli spogliatoi. Poche le azioni degne di nota, tanta imprecisione e nessun elemento capace di sobbarcarsi il peso delle responsabilità.

CERCASI LEADER - I tre tenori là davanti sono spariti. Il centrocampo è andato in affanno mentre i terzini hanno mostrato una certa attitudine ad offendere (vedi Jakimovski), ma senza quella necessaria qualità utile a scardinare le difese così chiuse. Menzione a parte invece per il dirimpettaio Donkor. Il ghanese ha ancora negli occhi l'errore col Crotone. Questi fantasmi si sono puntualmente materializzati a metà ripresa quando è stato più volte strigliato dai suoi compagni, tra tutti Tonucci. In più sono sembrate emblematiche le sue titubanze al momento di rimettere la palla in gioco durante le rimesse laterali. Ciononostante, gettare la croce addosso ad un ragazzo che ha bisogno al suo fianco di di giocatori forti ed esperti (e non solo sulla carta) sarebbe ingeneroso. Piuttosto c'è da chiedersi chi potrebbe assurgere al ruolo di leader e trascinatore della squadra? Di elementi in rosa ce ne sarebbero anche tanti, ma la clessidra sta scorrendo via, il tempo delle parole è finito ormai da tempo, adesso servono i fatti. E probabilmente secondo la società il silenzio rappresenta la strada più plausibile in questo momento. Ma quello stesso silenzio sarebbe servito prima, quando i proclami son stati troppi, forse esagerati.

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