22/07/15 - CdM - Calcio e famiglie, quanto è difficile abbonarsi

Uno degli obiettivi dichiarati
del calcio italiano è far
tornare le famiglie negli stadi.
Il Bari non si è sottratto a questo
proposito e quest’anno ha
lanciato una formula di abbonamento
davvero economica: l’intera
stagione in Tribuna Est per un
padre e un figlio o per un
marito e una moglie al prezzo
di 165 euro (più 5,94 di diritti
d’agenzia); e se c’è un altro
minore da aggiungere al
pacchetto bastano 50 euro in
più. Questo tipo di
abbonamento si può
sottoscrivere però solo al
botteghino dello stadio (alla
mitica porta 22 davanti alla
quale nei giorni del sogno
della A Sciaudone e
compagni uscirono ad offrire
acqua e cornetti ai tifosi in
coda sotto il sole) e previa
presentazione di uno stato di

famiglia. La ratio dei due
obblighi è chiara: evitare che
nei punti vendita disseminati
sul territorio fioriscano senza
controllo nuove famiglie,
spericolate filiazioni multiple,
bigamie e trigamie. Il punto è
che da qualche anno in qua,
una delle tante famose leggi
“Bassanini” non solo ha
consentito
l’autocertificazione
(prevedendo perfino delle
sanzioni nei confronti delle
amministrazioni pubbliche
che continuino a richiedere i
certificati) ma ha anche reso
assai onerosa la richiesta dei
certificati medesimi che non
possono più essere, come si
diceva un tempo, “in carta
libera”: uno stato di famiglia,
per intenderci costa la
bellezza di 16 euro. «Non si
preoccupi – ha aggiunto
sorridendo l’impiegata
dell’ufficio di stato civile di
Bari-Japigia, consegnandomi
un modello prestampato –
faccia l’autocertificazione». E
così munito di
autocertificazione e delle
tesserine dello scorso anno,
sono andato sotto il solleone
al San Nicola per rinnovare
l’abbonamento. Invano.
«Questo foglio non vale a
niente», ha detto l’uomo allo
sportello. «Ma la
Bassanini…?». «E mica siamo
obbligati a rispettare la
legge..» ha sostenuto con
sprezzo del ridicolo il
responsabile prontamente
intervenuto, che poi ha
aggiunto, vestendosi di più
alta autorità: «Che si crede lei,
questi elenchi vanno tutti in
Questura per controllo». Una
vecchia fonte in Questura,
interpellata si è messa a
ridere: «A noi interessa solo
verificare che ingressi di
qualunque genere, biglietti o
abbonamenti che siano, non
finiscano in mano a
personaggi che devono stare
lontani dagli stadi, dei
rapporti di parentela tra tifosi
sinceramente non ce ne
importa nulla…». E anche
l’assessore allo sport del
Comune di Bari, Pietro
Petruzzelli, è rimasto, diciamo
così, sorpreso dalla singolare
(e onerosa per il cittadinotifoso)
interpretazione di una
legge pensata per rendere la
vita più semplice agli italiani.
E il FC Bari 1908? Da tifoso che
prova ad andare in Tribuna
Est con suo figlio a vedersi le
partite, attendiamo di sapere
come la pensa Paparesta.



Corriere del Mezzogiorno
http://amobari1908.altervista.org/2015/07/22/cdm-calcio-famiglie-quanto-e-difficile-abbonarsi-al-bari/