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 Esclusiva pensieribiancorossi.com - Almiron: "Tifosi baresi straordinari! Una chiamata dalla società? Sarebbe come tornare a casa"

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Esclusiva pensieribiancorossi.com - Almiron: "Tifosi baresi straordinari! Una chiamata dalla società? Sarebbe come tornare a casa" 154446740-91e0fdc3-0839-40f9-b7b3-ffae808311d0

Grande sorpresa per i tifosi biancorossi: abbiamo sentito in esclusiva, a distanza di anni dal suo addio al Bari, Sergio Bernardo Almiron, trascinatore della squadra biancorossa nella stagione 2009/10.

Ciao Sergio, noi di Pensieribiancorossi.com ti ringraziamo per la disponibilità e siamo sicuri di fare cosa gradita ai tifosi del Bari che leggeranno quest’intervista.

Inizio subito con una domanda che entra nel dettaglio della carriera calcistica di Almiron: come mai la scelta del numero 4 come tuo numero di maglia?

La scelta del numero 4 è iniziata ad Empoli: al mio arrivo nella società toscana, era l’unico numero disponibile. Inizialmente è stata una scelta forzata, ma poi disputai una buona stagione, quindi ho pensato di continuare a scegliere questo numero nelle altre società , dove possibile, convinto che quel numero avrebbe continuato a portarmi bene.

Unendo il tuo numero di maglia, e la stima per l’Almiron calciatore, nacque uno stendardo a te dedicato. Su questo stenderdo c’era scritto “Tango 4 Argentino”, ideato e creato da un gruppo di fan baresi. Cosa vorresti dire loro, a distanza di qualche anno?

Premetto che con loro, a seguito della creazione dello stendardo, è nato un bel rapporto d’amicizia, di fratellanza. Ci sentiamo spesso, mi aggiornano sulla situazione del Bari, e quindi ne è nato un legame molto forte. Quello stendardo per me è significato tanto, perché significa che a Bari ho lasciato il segno, e a loro dico un sentito “GRAZIE” perché sono stati i primi ad essere stati vicino a me durante l’esperienza in biancorosso.

Bari-Juventus: il Bari è sul 2-1, poi  arriva il terzo gol: assist di Alvarez, un tuo siluro rasoterra che batte il Campione del Mondo Gigi Buffon. Cosa ricordi, in particolare, di quella entusiasmante stagione?  

La cosa che mi ha più impressionato della piazza Barese è la tifoseria. Sinceramente prima di venire a Bari non ero a conoscenza di questa piazza, non sapevo che i tifosi biancorossi fossero così calorosi e appassionati. Con l’arrivo delle vittorie notavo che i tifosi erano sempre di più, sempre più entusiasti, sempre più calorosi.

Ti presentasti in Curva Nord durante la partita Bari – Inter, non potendo giocare causa squalifica. Questo gesto  dimostrò il grande rispetto per la piazza barese e attaccamento alla maglia. Avresti terminato la carriera in biancorosso? E’ vero che saresti rimasto nel Bari anche dopo la retrocessione?

Avrei tranquillamente terminato la mia carriera in biancorosso dopo la scadenza del mio contratto con il Catania; ho cercato di tornare, non ho però avuto la possibilità di poter parlare con la dirigenza biancorossa. Inoltre il problema principale era la mia condizione atletica, fisicamente non stavo bene. Alla fine ho preferito lasciar perdere. Sarei rimasto a Bari dopo dopo la retrocessione, avevo anche detto alla società che non era un problema l'ingaggio e che sarei venuto incontro al Bari rivedendo senza problemi il mio ingaggio, un sacrificio per Bari lo avrei fatto molto volentieri. L'obiettivo era di rimanere anche perchè il secondo anno era stato abbastanza disastroso, tra l'altro avevo subito una serie di infortuni che non mi avevano permesso di giocare con continuità, quindi volevo sentirmi partecipe, volevo assolutamente dare una mano al Bari per farlo tornare dove merita: ovviamente in Serie A.

Hai da raccontarci qualche siparietto simpatico con i giocatori del Bari? Ricordi qualche aneddoto di Mr. Ventura?

Sinceramente non ricordo qualcosa in particolare, posso dire però che la prima stagione a Bari è stata fantastica, eravamo un gruppo molto unito, che lavorava con l'obiettivo di salvarsi, e di poter ottenere qualche soddisfazione in più, se possibile.  Avevamo un grande allenatore come Ventura, che per meriti adesso allena la Nazionale Italiana. Io già lo conoscevo, ed è stato lui a volermi a Bari. Credo che la stagione 2009-2010 sia stata la mia miglior stagione da calciatore.

Credi che in quella stagione avremmo potuto fare qualche punto in più in classifica?

Sicuramente avremmo potuto fare qualche punto in più in classifica, ma la Serie A non è un campionato per niente facile. Avevamo una buona squadra, che non ha interpretato alcune partite con la giusta mentalità.

Cosa ti è rimasto più impresso della piazza biancorossa? Qual è il ricordo che custodisci della città di Bari?

Con il cibo siete delle bestie! (ride) Ricordo che andavo a casa di amici a mangiare, si iniziava alle ore 13 e non sapevi quando si finiva, e non potevi assolutamente dire che eri sazio, bisognava mangiare e basta. E' una cultura bellissima questa di dover mangiare tutto, fino alla fine. E questo è solo uno degli aspetti simpatici e magnifici di Bari, perchè avevo la gente che mi appoggiava e credeva in me. La città, quando ti prende in simpatia, ti fa stare bene. Tra i ricordi più belli posso dire tranquillamente che quello più bello è il calore della gente, che se può ti aiuta, che cerca di non farti mancare nulla.

Il Bari adesso ha in squadra un ottimo allenatore come Colantuono, senza dimenticare che ha diversi elementi provenienti dalla Serie A,  tra cui Brienza e Floro Flores. Credi che sia ancora in corsa per poter puntare alla promozione diretta?

Il Bari ha tanti giocatori d'esperienza che possono fare la differenza. Se giocheranno sempre con la giusta mentalità, con la voglia di ottenere l'obiettivo, credo che si potrà provare a salire in Serie A.

Sapresti descrivermi la differenza tra aver giocato nella Juventus, e aver calcato il campo del San Nicola?

La differenza è molto grande: aver giocato nella Juventus mi ha fatto scoprire un mondo nuovo, dove sei molto seguito perchè comunque si tratta di una grande squadra con una società storica e vincente. Bari non ha ancora vinto scudetti ma ha una tifoseria fantastica, molto molto calorosa, lo dico in maniera sincera, rispettando le altre tifoserie. Per questo motivo a Bari ho giocato con grande entusiasmo.

Dopo aver smesso di giocare, hai fatto parte dello staff tecnico dell’ Akragas, che è stata anche la tua ultima squadra da calciatore.  So che questa domanda che sto per fare potrà sembrarti banale, ma preferisco chiedertelo ugualmente: ti piacerebbe far parte, un domani, dello staff biancorosso?

Tornerei a lavorare a Bari senza dubbio. Se poi dovessi tornare come dirigente, piuttosto che come membro dello staff tecnico, mi piacerebbe a prescindere... l'importante sarebbe poter ritornare a casa!

Il gol più bello di Almiron nella sua carriera da calciatore.

Credo che il mio gol più bello sia stato quello segnato all'epoca in cui vestivo la maglia dell'Empoli, precisamente durante la partita Juventus - Empoli della stagione 2005/2006. Poi credo che un altro gol sia stato il mio gol contro la Juve, al San Nicola, che sancì il 3-1 finale. Quel gol aveva sapore di rivincita perchè dalla Juve mi avevano detto che non rientravo nei loro piani. Nonostante ciò non esultai per rispetto nei confronti di Ciro Ferrara, perchè lui si comportò da Signore nei miei confronti.  

Concludo l’intervista offrendoti la possibilità di salutare i tifosi biancorossi.  

Saluto con affetto tutti i tifosi del Bari, a cui faccio un grande in bocca al lupo, sperando di rivederli presto nella serie che meritano, ovvero in Serie A!


Serry Ruccia
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