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 02/11/16 - Paparesta: "Al via un'azione legale per riprendermi il Bari. Nessuno può dire che il Bari sarebbe fallito senza Giancaspro."/Il legale: "Pronti degli imprenditori per sostenere Paparesta"

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MessaggioTitolo: 02/11/16 - Paparesta: "Al via un'azione legale per riprendermi il Bari. Nessuno può dire che il Bari sarebbe fallito senza Giancaspro."/Il legale: "Pronti degli imprenditori per sostenere Paparesta"    02/11/16 - Paparesta: "Al via un'azione legale per riprendermi il Bari. Nessuno può dire che il Bari sarebbe fallito senza Giancaspro."/Il legale: "Pronti degli imprenditori per sostenere Paparesta"  EmptyMer Nov 02, 2016 1:33 pm

02/11/16 - Paparesta: "Al via un'azione legale per riprendermi il Bari. Nessuno può dire che il Bari sarebbe fallito senza Giancaspro."/Il legale: "Pronti degli imprenditori per sostenere Paparesta"  E7f805147aaf22326f63aaced701b26c-86821-1a2a020de55c1b37e5860e8cd6c47a8b

"Scusatemi se potete...". Si era conclusa così l'avventura di Gianluca Paparesta alla presidenza dell'FcBari1908. Quattro mesi più tardi, l'ex arbitro internazionale terrà una conferenza stampa presso l'Hotel Palace, noto albergo situato in pieno centro cittadino. C'è molta curiosità intorno all'ex patron dei galletti. L'occasione per fare chiarezza dunque sulla sua precedente gestione e i mesi che hanno anticipato il suo addio.

E' appena arrivato l'ex presidente biancorosso!

"Questa conferenza non era prevista oggi. Volevo chiarire subito dopo il post pubblicato su Facebook lo scorso 22 giugno. Poi, ho pensato fosse opportuno farla dopo aver avuto una visione completa del quadro dopo il contenzioso che ho aperto. Inaspettatamente sono venute fuori notizie su un'azione giudiziaria sulla cessione delle quote. Non è vero. Non voglio alcun rimborso. Voglio capire se un giudice può sentenziare se avevo diritto a conservare le mie quote. Se così fosse, potrei riprendere il pacchetto azionario del Bari".

"Ho fatto di tutto affinché Bari meritasse il meglio in questi due anni. Nei miei confronti c'è stata ilarità. La città merita un progetto di alto livello, nazionale ed internazionale. Ho cercato in tutti i modi di far interessare imprenditori al Bari. Dal 7 ottobre 2013 sono entrato nel Bari, chiamato dai Matarrese verso i quali nutro rispetto. Non appartengo alla categoria di chi l'ha prima odiato e poi pianto sul feretro di Vincenzo Matarrese. Sono stato io a sollecitare l'autofallimento del Bari con la conferenza del 19 febbraio, dove annunciai anche le mie dimissioni. Solo così poteva risorgere il calcio a Bari".

"Avevo detto di aver avuto rapporto coi russi, coi fratelli Rotenberg. Mi hanno rpeso in giro per questo e ancora l'ilarità continua. Il 20 marzo, tutte le operazioni sono state bloccate per eventi esterni. Poi ho cercato nuovi investitori: a lettera di credito indiana non era valida, e l'offerta era vincolata alla promozione in serie A della squadra".

"Poi la terza asta: Trovo un'azienda di valore mondiale che crede in questo progetto. Non c'era alcun socio oltre di me. A quell'asta c'erano altri, è vero. C'era Rosati, poi arrestato per associazione a delinquere. Poi, la cordata del dott. Cipollone, risalente a Becchetti, anch'egli indagato. Poi c'ero io e anche Izzo-Canonico e Giancaspro. Non so cosa sarebbe successo se poi fosse stato arrestato l'aggiudicatario dell'asta. Dopo l'acquisizione della società ho cercato ancora investitori".

"Quello stadio meraviglioso di Bari-Novara e Bari-Latina, è stato anche merito mio. Per dare alla città una vetrina importante per investitori. Il primo aumento di capitale era aperto a tutti, anche a chi desiderava essere socio di maggioranza. Dopo il primo anno di gestione, la società necessitava di liquidità. Il 25 giugno 2015 ci voleva una nuova ricapitalizzazione da 2,5 milioni di euro. Mi sono impegnato con la Banca Popolare di Bari al quale assegnai anche il ruolo di advisor".

"Il 15 dicembre 2015 incontro Giancaspro, che mi concede liquidità per andare avanti e successivamente entra nel consiglio d'amministrazione del Bari. Io gestivo la parte tecnica, Giancaspro quella amministrativa. Ha cercato di portare avanti con la sua esperienza, i bilanci infrannuali. L'8 aprile viene firmato il preliminare con Dato' Noordin dopo aver avvisato l'advisor. La Banca Popolare di Bari invece, non mi diede garanzie sui cinesi".

"Grazia Iannarelli mi disse che Datò volesse investire tanto a Bari e mi suggerì di farlo venire nel capoluogo pugliese. giancaspro fu informato dell'arrivo dell'imprenditore malese. Il 16 aprile, Noordin doveva versare la caparra. Questa non arrivò e mi dovetti nuovamente indebitare con la Banca Popolare di Bari. Le perdite al 30 aprile erano di 3.400.000 euro. La perdita più grave fu quella di SuisseGas che non versò 1,5 milioni di euro. A noi sarebbero tornati utili. Si potevano trovare altri sponsor soprattutto nel campo delle scommesse ma ritenni opportuno non procedere per quello che è accaduto in passato a Bari".

"La transazione del denaro sembrava essere regolare, l'accredito tardava per fattori esterni, dovuti alle misure anti-riciglaggio e anti-terrorismo. Ripeto: io ho commesso diversi errori e lo ammetto davanti ai tifosi. Bari non può essere in B, deve ambire a traguardi ben più alti. L'11 maggio, primo comunicato di Giancaspro. Noordin rimane sorpreso ma cerco di tenerlo tranquillo. Una settimana dopo, secondo comunicato prima della decisiva gara col Novara. Noordin desiderava chiarezza da me perché non voleva immettere denaro in una situazione non chiara. 2 giugno: ancora un comunicato. Noordin mi comunica di voler bloccare le somme finché non sia fatta chiarezza sulla vicenda".

"Dopo, ho cercato soluzioni alternative. Il 22 giugno, chiedo al collegio sindacale e Giancaspro di rinviare l'assemblea di due giorni per capire se era valido l'aumento di capitale proposto da me in quella data con nuovi investitori pronti ad intervenire. La mia proposta non viene presa in considerazione. Lì mi son trovato davanti ad un bivio. Tutelare i miei interessi o quelli del club? Ho preferito la seconda. Ma nessuno può riferire che il Bari potesse fallire senza Giancaspro".

"A chi dice che volessi speculare sul Bari, riferisco che è falso e nessuno può smentirmi."

Prende la parola il legale dell'ex arbitro: "Il tribunale è l'unico luogo per chiarire la situazione. Paparesta non vuole nè un rimborso personale, nè è contro il Bari. L'obiettivo è riprendere le partecipazioni della società che deteneva in quanto l'operazione del dott. Giancaspro non sarebbe stata eseguita in maniera precisamente legale. In questo, Paparesta è appoggiato anche da imprenditori che darebbero garanzie di solidità alla società biancorossa".

L'avv. Donatini prosegue: "Non vuole minare la serenità dell'ambiente e della squadra. Deciderà il Tribunale di Bari, ad inizio ottobre è cominciata l'azione legale. La ricostruzione dell'iter è inevitabile per far capire al giudece cosa è accaduto. Ciò su cui si basiamo è il passaggio delle quote azionarie del pacchetto societario del Bari".

Paparesta rincara la dose: "Il Bari non sarebbe fallito se non ci fosse stato Giancaspro. C'erano imprenditori pronti a subentrare ma mancavano i tempi tecnici. Se i legali di Giancaspro si fossero impuntati, sarebbero mancati i tempi tecnici per iscrivere la squadra al campionato. La materia di contestazione riguarda il periodo da dicembre 2015 a giugno 2016. Questo è una domanda ordinaria, non è un ricorso d'urgenza".

"Non giudico il lavoro di Cosmo Giancaspro. Sono ancora minimamente socio, l'azione è atta a tutelare i nostri diritti. Il giudice potrà darci ragione o no. Auspichiamo che l'iter sia il più veloce possibile ma che se ne occupi una persona preparata. Vedo due fazioni: i paparestiani e gli anti-Paparesta. Si è creata una spaccatura che è deleteria per la squadra che deve andare avanti e fare quel salto di qualità".

Non credo che la rottura sia nata dall'approdo di Noordin a Bari. L'imprenditore malese non è voluto entrare viste le incomprensioni nate tra soci del Bari. Stiamo valutando se c'è da effettuare un'azione legale anche contro Datò Noordin".

"Non avrei fatto conferenze stampa se avessi voluto speculare sul Bari. Adesso vi spiego anche la questione legata al merchandising".

"Sul mio presunto stipendio, dico che erano gli stessi di quelli che percepivo precedentemente. Quel denaro è stato utilizzato per i vari prestiti, debiti. Mio padre ha ricevuto solo 15mila euro all'anno. Tutti volevano stare con me appena diventai presidente. Molti richiedevano biglietti omaggio anche quando i tagliandi erano ad un euro".

"Il merchandising non esisteva prima di me. Ho cercato di valorizzare il marchio del Bari, innanzitutto creandolo. Mi sono affidato a specialisti del settore e tutti avete assistito alla presentazione. Il merchandising della prima stagione non aveva fatto guadagnare nulla al Bari viste anche le spese di produzione. Dopo, è arrivata la Nike, interessata alla partnership. La Nike ha voluto un contratto a tre, con una società esterna, appunto la Global Licensing. La Nika avrebbe dato prodotti gratuiti se avessimo comprato un certo numero di prodotti. Un cosiddetto rischio d'impresa. Comprato il materiale, non firmiamo un contratto con Nike. Ho cercato di fare il meglio per la società biancorossa creando un utile di 6512 euro che è la differenza tra i ricavi e i costi della produzione".

I tifosi devono riconoscere che io non avevo intenzione di arricchirmi. Volevo dare un futuro migliore al Bari. Ora, lasciamo lavorare la squadra".

"Chiedo scusa per gli errori che ho fatto, ma li ho commessi per rendere davvero grande questa piazza. La fretta ha causato danni. Abbiamo sbagliato il primo anno. Bari è una città che merita di qualcosa d'importante. Voglio solo tutelare i miei diritti".



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